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Il lungo viaggio dei ricordi


È possibile viaggiare rimanendo comodamente seduti in casa propria? Molto probabilmente nessuno di noi penserebbe che ciò è possibile, specialmente per i nostri cari anziani che ormai faticano a muoversi. Eppure, è un vero e proprio viaggio quello possibile grazie alla Terapia della Reminiscenza. Il celebre gerontologo e psichiatra Robert Butler (1963) è stato il primo a trattare l’esercizio della reminiscenza come strumento psicologico utile ed efficace per gli anziani.



Si tratta di un intervento riabilitativo che si fonda sul richiamo degli eventi della vita del paziente e dunque un modo di rivedere la propria vita per adattarsi a ogni ciclo dell’esistenza. In tale maniera vengono stimolate le risorse mnesiche residue per il recupero di esperienze emotivamente piacevoli. Seppur i nostri cari con deficit neurocognitivi vedono un deficit nella codifica e registrazione di nuove informazioni la capacità di recuperare le informazioni più antiche e consolidate permane. In tal modo un’attività per cui l’anziano è già automaticamente predisposto, ovvero la rievocazione del proprio vissuto, può diventare un’attività di stimolazione cognitiva completa.

Proponendo delle foto di famiglia, infatti, avremo contemporaneamente una stimolazione nell’analisi visiva della foto, nella rievocazione mnesica, la stimolazione dell’eloquio spontaneo e quindi dell’accesso ai termini del vocabolario oltre che stimolo per gli aspetti puramente emotivi.

Aspetto fondamentale è inoltre un ricostruire attraverso le foto di un senso di sé che va via via perdendosi tra i vicoli bui della patologia. Ricostruire il percorso rivedendosi crescere e cambiare lungo il proprio percorso di vita rafforza la ricostruzione del proprio essere. Ogni foto può aprire varchi nella memoria dei nostri cari e costruire percorsi che altrimenti sarebbero rimasti imbattuti.

Spesso capita che i nostri cari, troppo concentrati sui problemi, la solitudine e le difficoltà attuali dimentichino l’importanza ed il valore dei propri traguardi di vita, tale terapia mira dunque a rafforzare l’identità della persona anziana migliorando inoltre la loro autostima.

Aspetti fondamentali per sottoporre attività di questo genere ai propri cari riguardano il rinforzo all’espressione delle proprie emozioni, la capacità di stimolarli nel racconto ed essere predisposti all’ascolto perdonando qualche errore di ricostruzione nei ricordi.


Buon viaggio.


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