L’identikit di un caregiver in Italia è reso semplice dall'osservazione dei dati ISTAT. Si tratta di circa 7,3 milioni di italiani, in prevalenza donne di età compresa tra i 46 e i 60 anni che dedicano dalle 14 alle 28 ore settimanali alla cura dei propri familiari. Tutte queste ore non sono purtroppo retribuite ma si tratta di compiti assistenziali che avvengono silenziosamente all’interno delle mura domestiche da parte di mogli, mariti, figli.
Il termine caregiver viene dall’inglese to Care (curare) e to Give (dare) e definisce chi fornisce cure ad un familiare in maniera continuativa e rilevante.
Il “curare” in questo senso non fa riferimento al guarire quanto piuttosto ad avere attenzione per tutti i bisogni del familiare. Nel caso delle demenze, infatti, non si può parlare di guarigione poiché, come sappiamo, non vi è ancora un trattamento che curi in questo senso la patologia. Il "Care" sta dunque nell’ esserci per l’altro, nell’ averne la responsabilità dando risposta appropriata i bisogni della persona.
Quello che fa la vera differenza in un caregiver è tuttavia il riconoscere nella persona di cui si occupa non solo i bisogni come automatica sequenza di mansioni (lavarlo, vestirlo, imboccarlo) ma le sue esigenze sociali e relazionali cercando di adattarsi al suo nuovo modo di vivere e comunicare. Quando cioè la cura non significa guarigione la nostra attenzione deve essere rivolta piuttosto al fornire la miglior qualità di vita possibile.
Essere un caregiver è un compito arduo sia dal punto di vista fisico che mentale. Spesso, infatti, come si è detto anche il caregiver è avanti con gli anni e determinate attività fisiche, come sollevare dal letto o fare il bagno al proprio caro, possono risultare complesse. Dal punto di vista mentale inoltre è facile che sorgano molti dubbi sul futuro, momenti di sconforto per la propria quotidianità e che ci si senta “ingabbiati” in questo ruolo. Molti caregiver, infatti, per occuparsi del proprio familiare sono costretti a lasciare il lavoro o comunque a modificare la propria vita al fine di essere più presenti in quella del proprio caro.
Perchè parlare dei caregiver?
Parlare dei problemi dei caregiver è importante poiché significa dare dignità ad una fascia della popolazione italiana che è stanca di essere invisibile e che vive all’ombra delle esigenze del proprio caro. Esiste infatti un esercito di familiari stanchi di non sapere a chi rivolgersi e che scelte fare riguardo ai bisogni del proprio familiare. Dalla scelta dell’assistente familiare, di un RSA o piuttosto di come gestire i cambiamenti comportamentali del proprio caro i caregiver ancora oggi vengono dimenticati e lasciati troppo soli. Dare ascolto a queste problematiche che rimangono chiuse tra le mura domestiche significa ridare dignità ai tanti sacrifici che i caregiver in Italia fanno per occuparsi dei nostri anziani.
Il rischio per i caregiver è tuttavia quello di cadere in un vero e proprio burnout, definito come Caregiver Burden, ovvero un insieme di sintomi, dovuti allo stress, che comprendono aspetti sia fisici che mentali. Vediamo insieme quali sono i più frequenti:
problemi del sonno problemi nell’appetito flessione dell’umore difficoltà di attenzione e concentrazione difficoltà a ricordare irritabilità e ansia preoccupazione persistente sintomi da somatizzazione
facilità ad ammalarsi
Ma come affrontare tutto questo?
Il primo modo è quello di accettare la nuova situazione ma, soprattutto, accettare anche le proprie emozioni, anche quelle più negative. I familiari, infatti, spesso cadono nel vortice delle cose da fare, delle preoccupazioni, cercando di fare del loro meglio. In questo modo allontanano le emozioni negative concentrandosi su quello che è "necessario" fare, trascurando se stessi in favore del proprio caro. Queste emozioni finiscono per non essere metabolizzate ed ascoltate fino a sfociare poi nei sintomi sopra elencati. Riuscire ad ascoltarsi, trovare spazio anche per il proprio benessere è il primo passo. Perchè la persona che si ama possa stare bene è necessario che il caregiver stesso abbia le energie fisiche e mentali per occuparsene.
Il passo successivo è senz’altro apprendere come gestire il proprio caro e diventare “competenti” nella sua specifica situazione. Non tutte le demenze sono uguali e non tutte le persone vivono e reagiscono alla stessa maniera. Per questo occorre imparare come agire al meglio per vivere nel miglior modo possibile le sfide che il futuro porterà nella nuova vita familiare.
In Italia oggi molti professionisti hanno compreso l'importanza di occuparsi delle demenze e del sistema familiare in cui queste patologie si inseriscono. Se stai vivendo in prima persona questa situazione o conosci qualcuno che potrebbe aver bisogno di aiuto non aspettare.
Comments